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Rosa canina L., 1753 è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee.
È la specie di rosa spontanea più comune in Italia, e molto frequente nelle siepi e ai margini dei boschi. Talvolta viene chiamata rosa di macchia, oppure rosa selvatica.
È l'antenata delle rose coltivate, quella di partenza per le varietà oggi conosciute.
Etimologia
Questa pianta deve il nome a Plinio il Vecchio, che affermava che un soldato romano fu guarito dalla rabbia con un decotto di radici.
Descrizione
La forma biologica di questa pianta è NP - nano-fanerofita, cioè pianta legnosa con gemme svernanti poste tra i 30 cm e i 2 metri dal suolo.
la rosa selvatica è un arbusto, latifoglie e caducifoglie, spinoso e alto 100-300 cm, con fusti legnosi, privi di peli (glabri), spesso arcuati e pendenti, e radici profonde. Le spine rosse sono robuste, arcuate, a base allungata e compressa lateralmente.
Le foglie, caduche, sono composte da 5-7 foglioline di 9-25 × 13-40 mm, ovali o ellittiche, con 17-22 denti sul margine. Hanno stipole lanceolate di 3 × 15 mm.
I fiori, singoli o a 2-3, hanno 5 petali, un diametro di 4-7 cm, di colore di solito rosa pallido e sono poco profumati. Hanno un peduncolo di 20-25 mm e sono generalmente superati dalle foglie. I sepali laciniati, lunghi da 15 a 18 mm, dopo la fioritura si piegano all'indietro e cadono in breve tempo. La corolla è formata grandi petali bilobi, rosati soprattutto sui lobi, di 19-25 × 20-25 mm. Gli stili, lanosi e allungati, sono fusi insieme in una colonnina cilindrica.
La rosa canina fiorisce da maggio a luglio, la maturazione delle bacche si ha in ottobre-novembre.
Il falso frutto della rosa canina, detto anche grattaculo, è caratterizzato da un colore rosso e da una consistenza carnosa; è edule ma aspro e non appetibile fresco. Esso deriva dalla modificazione del ricettacolo fiorale e contiene al suo interno degli acheni. Gli acheni sono i frutti veri e propri della rosa canina, derivano dalla modificazione dei carpelli ed ognuno di essi contiene un seme. La struttura nel suo insieme (di 1 o 2 cm) viene chiamata cinorrodo.
Distribuzione e habitat
La specie è diffusa in una vasta area nelle zone temperate del Vecchio Mondo che include:
- L'Europa, dal Mediterraneo alla Scandinavia;
- l'Africa del Nord e le isole Canarie e Madera;
- l'Asia occidentale (Afghanistan, Iran, Iraq, Israele, Libano, Siria), la regione del Caucaso e l'Asia centrale (Tagikistan);
- il sub-continente indiano.
Il suo habitat sono le boscaglie di faggio, abete, pino e querce a foglie caduche, gli arbusteti e le siepi, fino ad una quota di 1900 m. Preferisce suoli abbastanza profondi, limosi e moderatamente aridi, è una specie pioniera. Resiste al freddo e tollera anche il caldo, inoltre è un arbusto rustico che non subisce attacchi da molti parassiti (a differenza delle rose coltivate). È stata introdotta e si è naturalizzata anche in America del Nord ed in Australia e Nuova Zelanda.
Tassonomia
Sinonimi
Sono stati riportati i seguenti sinonimi:
Usi
Viene largamente usata per i suoi altissimi contenuti di vitamina C : 2.250 mg per 100 g di porzione edule, e per il suo contenuto di bioflavonoidi (fitoestrogeni). La rosa canina è un'erba officinale e un'erba medicinale.
I principi attivi (oltre alla vitamina C, tannini, acidi organici, pectine, carotenoidi e polifenoli) vengono usati dalle industrie farmaceutiche, alimentari e cosmetiche; i frutti, seccati e sminuzzati, vengono usati in erboristeria per la preparazione di infusi e decotti.
È indicata come astringente intestinale, antidiarroico, vasoprotettore e antinfiammatorio, inoltre viene consigliata nei casi di debilitazione.
I semi vengono utilizzati per la preparazione di antiparassitari ed i petali dei fiori per il miele rosato.
Il suo decotto viene utilizzato in cosmetica per pelli delicate e arrossate.
Con i frutti freschi si preparano ottime confetture. Si ricava una marmellata anche dai petali di rosa, come la vartanush.
Sempre con i frutti è possibile preparare un liquore chiamato gratacül, dal nome dialettale delle bacche nel nord Italia (Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte).
La rosa canina può essere usata con successo per creare siepi interpoderali o difensive, quasi impenetrabili, per le numerose spine robuste che possiede lungo tutti rami.
È una pianta mellifera, i fiori sono molto bottinati dalle api, che ne raccolgono soprattutto il polline, ma produrre del miele uniflorale è molto difficoltoso perché è solo sporadica.
Note
Bibliografia
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia, vol. 1, Bologna, Edagricole, 1982, p. 563, ISBN 88-506-2449-2.
- Fabio Conti, Carlo Blasi; Alessandro Alessandrini; Giovanna Abbate, An annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, maggio 2005, p. 154, ISBN 88-7621-458-5.
- Linnaeus, Species Plantarum, vol. 1, 1753, p. 492.
Voci correlate
- Specie di Rosa
- Nyponsoppa
- Olio di rosa selvatica
Altri progetti
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